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Sinossi
Lidia nasce donna e muore cinghiale. Lidia è una bambina, una ragazza, una moglie e una madre trascinata e contesa dalle potenze del suo mondo, il paese e il bosco, che lottano per tenerla all'interno dei propri confini. Lidia è una levatrice e un guaritrice e, come sua madre prima di lei, viene accusata di essere una masca, una strega. Ma se da una parte lei lotta per non essere travolta e distrutta dalle accuse della superstizione, dall'altra intorno a lei si muovono forze che di razionale hanno ben poco. Succedono cose intorno a lei: ci sono animali che sbucano dal nulla mentre lei guarisce i malati e, mentre il bosco sembra stringersi sempre di piu' intorno la sua casa, una signora dai lunghi capelli neri compare a ritmi regolari nella sua vita. Lidia recupera la memoria storica di un mondo che a ben pensarci non è poi così distante, è il mondo delle nostre bisnonne, dove la fede e la superstizione si mescolano, la fatica è tanta, i figli muoiono perché è così che capita e a sei anni sei tenuto a contribuire al lavoro della famiglia, vieni affittato come servo e togli una bocca alla casa, a quattordici sei un adulto, a sedici sei da maritare. Se è vero che questa vita rappresenta una prigione per lei, è anche vero che Lidia lotterà con tutte le sue forze per liberarsi. Lidia è una storia che parla di libertà.Progetto e fonti
Lidia è una donna italiana, una contadina, una poveretta, vissuta a cavallo della prima guerra mondiale. È una levatrice, come sua madre prima di lei, e come sua madre prima di lei viene accusata di essere masca, sarebbe a dire, per quanto non sia totalmente esatto, strega. La storia di Lidia raccoglie tante altre storie di donne che come lei hanno dovuto arrangiarsi per vivere, di donne il cui mondo cominciava col paese e finiva dove iniziava il bosco, e dove il prete era la voce dell'autorità, della verità e soprattutto di Dio. Recupera la memoria storica di un mondo che a ben pensarci non è poi così distante, è il mondo delle nostre bisnonne, dove la fede e la superstizione si mescolano, la fatica è tanta, i figli muoiono perché è così che capita e a sei anni sei tenuto a contribuire al lavoro della famiglia, vieni affittato come servo e togli una bocca alla casa, a quattordici sei un adulto, a sedici sei da maritare. Il recupero di memoria è l'humus necessario alla storia di Lidia, che nasce, e non c'è punto più distante, dalla tragedia delle Baccanti. Attraverso la lente della menade si è voluta indagare la condizione di repressione della donna, che nello slancio irrazionale, ferino, trova la sua liberazione necessariamente dolorosa, perché il taglio dei ponti con la società che ha represso la donna impone di recidere legami anche profondi come quello filiale, laddove il figlio appartenga più alla società che alla madre.Dicono dello spettacolo
``Un incanto di due ore. Sono rimasta a bocca aperta. Grazie per avermi regalato questa perla. E Lidia ora è anche un po’ nostra.`` ``Mi vengono ancora i brividi.`` ``Lidia ti prende e ti porta con sé in un passato che ti avvolge e annulla il tempo dell’adesso. E ti ritrovi in una montagna in mezzo a bestie, umani, botte, amori, soldati, boschi e “previ”.`` ``Uno spettacolo straordinario. Una delle cose più belle che abbia visto nella mia vita. Un testo mozzafiato, un’interpretazione altissima che scava nella mente e nel cuore. Non si muove un muscolo, si resta incantati.`` ``Un regalo per la nostra terra, sempre più povera di parole belle e forti, dolci, dure e vere.`` ``SPETTACOLO! Due ore inchiodato alla sedia. Bravissima.``