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Giovedì 8 agosto, col cuore gonfio di maree, siamo tornati a Capanna Mautino.
È stato un ritorno agrodolce in quella montagna a cui ormai vogliamo bene, perché, se torneremo a salutare i Monti della Luna, sarà con un’altra gestione del rifugio. Ci siamo fermati a chiacchierare sul retro, protetti, nascosti, a scambiarci gli inverni passati e quelli da venire, abbiamo abbracciato e siamo stati abbracciati fino alle ossa, abbiamo stappato una bottiglia di rosè perché ci sentivamo raffinati e romantici, l’abbiamo bevuta insieme. Abbiamo guardato Ago accendere il fuoco, salutato i volti noti e ormai amici, montato i nostri leggii e, con una stellata incredibile a bagnarci la testa e due maglioni belli spessi, abbiamo iniziato le nostre Letture. Siamo grati, tanto, per la possibilità di condividere questi testi. Per l’importanza, per le lacrime, per la bellezza e la rabbia, e siamo ancora più grati di poterle condividere con persone con cuori così belli e anime così grandi. Grazie per esserci stati, per esservi fermati accucciati intorno al fuoco, per le mani aperte e le promesse e i regali, per la generosità. Grazie perché in un momento così la sensazione di cuocere pagnotte piccole ma buone, troppo piccole per togliere la fame ma abbastanza per riempire le bocche, è un regalo. Grazie, sempre, ad Ashtar theatre per il regalo immenso. Abbiamo temporeggiato, al mattino, prima di ripartire. Abbiamo temporeggiato il più a lungo possibile, tra le dighe, il Messico, l’Argentina e l’Antartide. Ci mancherete tutti più di quanto possiamo dire, ci vediamo a valle, o in città, o in mezzo ai boschi, onestamente, verosimilmente, non in Antartide. Grazie Ago, Davi, Matteo, Karime, Cristina, Daniela, siete preziosi, lo siete stati in questi anni e lo rimanete. Grazie per i pasti insieme, le sigarette, il vino tardi, il ridere da mal di pancia, la bandiera argentina issata in Val di Susa, grazie per i Gelati Niet e i muri sottili (Francese che russa ti troverò, ti troverò e avrò la mia vendetta), gli aquiloni, le marmotte, gli abbracci gli abbracci gli abbracci. Vi vogliamo bene.
Marco, non c’è tanto da dire perché lo sai. Dai che in cima a una diga nessuno chiede gelati.