Domenica 21 siamo saliti a Sagnino per conoscere l’associazione Terra Viva. Faceva un caldo di quelli ingiusti, la strada era piena di tedeschi e il mondo ci aveva piegati fino al punto di comprare un antizanzare. Imperdonabile. Quando siamo arrivati negli spazi di TerraViva, nell’orto sociale vivissimo in barba al caldo con pomodori inarrestabili ed echinacea in fiore, nello spazio con bambini che correvano, musica, acqua acqua acqua e taranta e tamburelli e qualche nocciolo tenero a ripararci la testa, ci si è addolcito il cuore. Il cielo ha scelto di accarezzarci con un temporale poco prima che iniziassimo a raccontare, ha ammorbidito l’erba, diradato il caldo, calmato le cicale e ci ha benedetti tutti con quei goccioloni vivi, e quando Lidia ha iniziato la sua storia, tutti vicini, tutti per mano, era già chiaro che stava iniziando un rito tra i più vecchi del mondo. Grazie per la potenza con cui avete accompagnato Lidin, per avere ascoltato feroci, abbracciati, col cuore che urlava. Grazie per aver ballato con noi intorno al fuoco e per le parole piene, la vita grande, le chiacchiere il vino e i tamburi. Grazie per essere venuti, tornati, ritornati, grazie per la vostra forza. Grazie per l’iperico, i semi, lo sciroppo di corniolo, per aver voluto farci un regalo come se ne aveste ricevuto uno da noi, grazie Terraviva per quello che fai, grazie Alice e Giacomo per averci portati da voi. Grazie terra bella, quella pioggia è stata una canzone.