Venerdì 19, a Rocchetta Nervina, era pieno di rondini. La signorina del navigatore ci ha fatto fare un giro panoramico per arrivare, faceva caldo ma un caldo ragionevole. È stato bello tornare in paese e salutare qualche faccia nota, è sempre bella la sensazione di avere facce note da salutare, è quello che rende un ritornare ‘ritornare’. Abbiamo abbracciato Karim, sistemato l’attrezzatura, bevuto un litro d’acqua perché il caldo ragionevole è comunque caldo, allontanato le zanzare a male parole perché guai a comprare un autan, l’antizanzare è per le prugnette, e poi Michè si è arrotolato i pantaloni e ha cominciato a raccontare la sua storia ad una distesa di occhi belli. Siamo stati nella stalla, in gipiera, sul Carso, ci siamo innamorati della Bianca e fatti accarezzare dal collo della mula, mentre dietro a Michè spuntava galoppando una luna enorme, e grazie infinite per gli occhi lucidi, per quei sorrisi dolcissimi per la Gelsa, per i denti stretti. Grazie per aver accompagnato il filio dello spedale fino alla cagna con le orecchie dondole, per non averlo lasciato solo un secondo, perché sotto una luna così grande bisogna viaggiare insieme. Grazie infinite Karim ed Erica per le chiacchiere fino a tardi, per averci aperto casa vostra, perché ci vediamo presto e ci rivediamo a dicembre, grazie per averci voluti e accolti di nuovo a Rocchetta, grazie per il capirsi così semplice e rotondo. Non vediamo l’ora di tornare.