Venerdì 28 giugno, al Rifugio De Grandi Adamoli, hanno debuttato le nostre Letture Palestinesi.
C’era un cielo dolce, più clemente del caldo impietoso della pianura, la faggeta dondolava con un pochino d’aria e il passo del Cuvignone era bello come sempre. Abbiamo abbracciato stretti Enrico e Daniela, che tutti gli anni speriamo di vederci più spesso e prima o poi riusciremo a farlo davvero, conosciuto Fiore e Morena e salutato Lupetta che, come sempre, ci ha intimato di non entrare in cucina MAI PER NESSUNA RAGIONE.
Abbiamo cenato tutti insieme, chi celiaco chi vegano chi col muso affondato in un piatto di pizzoccheri, abbracciato gente incontrata in altri rifugi, in altre regioni e facce conosciute che è sempre una carezza ritrovare e poi, tra il faggio e i tigli, con un po’ di ginocchia dondole abbiamo iniziato a leggere.
Avevamo paura, a dire la verità. Una lettura era un esperimento nuovo, una lettura che comprendesse poesia un esperimento rischioso, una lettura palestinese un esperimento delicato, e invece, contro ogni timore, non avremmo potuto immaginare un debutto migliore di così. L’attenzione ad ogni parola, le lacrime, la meraviglia, è stato veramente sederci tutti insieme e dire “senti che bello”, “ascolta questo passaggio” “questa è la mia poesia preferita”. È stata una serata di condivisione, delicatissima, forte, per una ragione giusta e con in mano e in bocca parole grandi.
Grazie a chi è venuto ad ascoltare, a chi si è avvicinato al leggio per leggere le poesie che non avevamo letto, fotografare quelle che aveva preferito, rileggere i passaggi che lo avevano emozionato. Grazie a chi ci ha stretto forte, a chi aveva così fame di capire, di guardare dove ancora non aveva guardato, grazie a chi ci ha detto “io non leggo poesia, non la capisco e mi annoia, ma stasera per la prima volta ho amato la poesia”.
Grazie ad Enrico e Daniela per averci voluti ancora e per aver voluto queste letture, tornare da voi è sempre casa.
Grazie, infinite grazie ad Ashtar Theater per i Monologhi di Gaza, grazie per il vostro lavoro, per la vostra generosità, per il vostro coraggio.
Grazie.
p.s. : non abbiamo foto delle letture. Eravamo tutti impegnati ad ascoltare, e va bene così