Lunedì 3 giugno, a Isola del Piano, abbiamo fatto parte della giornata d’apertura per gli eventi di donna rurale, per Pesaro Capitale della Cultura.
Siamo andati a prendere qualche goccia di pioggia a Urbino (sei tanto bella, Urbino), abbiamo mangiato more nere da un gelso enorme e generoso, abbiamo guardato il vento pulire con cura il cielo.
Abbiamo girato per il paese seguendo il filo rosso delle storie di donne rurali, del passato e del presente, che lo hanno tessuto e pagato i nostri rispetti a quella Venere intrecciata e ai suoi seni grandi, bevuto un bicchiere di bianco, montato tutto mentre il sole ci cambiava il colore degli occhi.
Quando Lidia ha cominciato a raccontare era stretta in un abbraccio, chi la conosceva, chi la ritrovava, chi la presentava agli amici e chi la incontrava per la prima volta, tutti la portavano per mano. Raccontare così, con davanti occhi assetati, aperti e arresi, è un privilegio e una gioia infinita. La storia di Lidia si è srotolata con una facilità benedetta, con chi le ha sorriso, chi le rispondeva, chi stringeva al petto la propria bambina addormentata, chi scuoteva la testa perché non è giusto. Quell’urlo nel bosco, a Isola del piano, è arrivato davvero alla luna.
Grazie per averci voluti in una giornata così ricca e importante, grazie per aver accolto Lidia a braccia aperte, grazie per le chiacchiere e le bottiglie d’acqua che Aurora tu non lo sai ma ci hai salvato la vita, Grazie Lucia per le foto bellissime, grazie per gli abbracci e il formaggio e gli occhi grandi.
E di nuovo grazie Adriana, che ci hai portati anche qui.