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Domenica 2 giugno abbiamo affrontato la grande traversata e, dalla liguria dei boschi, siamo scesi alle colline dolci delle marche. La Liguria ci ha salutato con un temporale, il Piemonte ci ha accarezzato di sole tiepido, la Lombardia faceva pascolare nuvoloni bianchi, l’Emilia ci ha presi a pattoni d’acqua ininterrottamente finchè le Marche non ci hanno ripescati bagnati come pulcini e asciugati con un vento biondo.
A Ca’ le Campane c’era quasi odore d’estate, il nespolo offriva le sue nespoline dolcissime, le prugnette erano mature, ed è stato bello riabbracciare Adriana, Angelo e Luna.
Abbiamo montato al coperto perché il sole è di giugno ma la luna è di maggio, mangiato il pane commovente di Adriana, il sugo, il formaggio, ascoltato Luna cantare, e quando ci siamo accoccolati tutti al coperto sembrava di essere tutti vicini nella stalla del Raldo, coricati accanto a Michè, a sentirlo raccontare. È stato un viaggio tutto d’un fiato, pieno di occhi enormi e lucidi e bocche aperte, quanto amore abbiamo visto in una gatta, quanta tenerezza un un pane con le cipolle, quanto ci siamo arresi tutti conto il collo della mula. È stata una replica forte, vivissima, neonata, e che bello quel silenzio di velluto alla fine, che bello che non finisse mai.
Grazie a tutti quelli che sono venuti a viaggiare con noi, a chi è arrivato, a chi è tornato, a chi ci ha abbracciati così stretti, grazie a Fabio per le rotte improbabili, a Luna per la forza immensa, ad Aurora per la tenerezza disarmante, alle colline per la loro curva tonda.
Grazie mille Adriana per averci voluti di nuovo, grazie Angelo, ci vediamo presto